
9 aprile 1910, Roma
Una bolla di sapone
Dell’etere tu sei
Veloce in grembo, variopinta sfera;
Un soffio a te dà l’ali,
Ti spegne un soffio; illusïon leggera,
Nulla di te rimane.
Larva gentile, imago
Sei tu de’ sogni e de’ pensati mondi,
Onde lo spirto è vago;
Anch’essi larve dai color giocondi
Allettatrici e vane.
Tu dilegui non pianta;
Ma di que’ sogni, che il pensier riveste,
Torna la speme infranta.
Perché, perché più delle tue funeste
Volgon le sorti umane?